giovedì 30 dicembre 2010

Panorama elegge i film italiani più belli del 2010


I dieci film italiani migliori del 2010


L'uomo che verrà, Passione, Non è ancora domani (La pivellina)
L'uomo che verrà, Passione, Non è ancora domani (La pivellina)
Come spesso capita sono i film meno chiacchierati, pompati, dispendiosi di investimenti, i più belli. Quelli che più toccano il cuore. Ecco che così è anche nella mia personale classifica delle dieci pellicole italiane migliori del 2010, dove compaiono alcuni titoli probabilmente poco sentiti…
luomo-che-verra20101) L’uomo che verrà. Non è stato scelto come candidato per l’Italia agli Oscar e ancora mi chiedo perché. Il film di Giorgio Diritti sconquassa. Si esce dal cinema con poca voglia di parlare e con occhi pestati che preferiscono non incrociare altri occhi. Di seconda Guerra Mondiale, di atrocità e stragi di civili se ne è parlato e visto tanto, ma questa pellicola ambientata nell’Appennino emiliano, narrata nel dialetto stretto della povera gente del posto, sembra saper raccontare ancora qualcosa di nuovo. Attraverso lo sguardo di una bambina di otto anni.
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passione20102) Passione. La firma è John Turturro, italo-americana, ma meglio leggere Giuà Turturro, come dice lui stesso. La produzione è totalmente italiana e l’essenza del film è quanto più italiana, anzi, napoletana. Da Carmela a Napul’è, i 90 minuti di pellicola ci regalano una Napoli che piacerà anche ai leghisti o a chi non ama la musica napoletana, perché Turturro, pur essendo statunitense, tramite le canzoni partenopee riesce a rappresentare la città per come è, senza tinte affettate da lustrini e sentimentalismo, mostrandoci anima e miseria, colori e degrado, ritmo e contraddizioni. Ancora negli occhi e nel battere ritmico del piede il trio Peppe Barra, Max Casella e M’Barka Ben Taleb inTammurriata nera, il Canto delle lavandaie del Vomero, Cosmo Parlato in Maruzzella, lo stesso Turturro con Fiorello e Casella in Caravan Petrol, Pietra Montecorvino in Dove sta Zazà
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non-ancora-domani-pivellina3) Non è ancora domani (La Pivellina). Così piccolo, così grande. Produzione piccina piccina, austro-italiana, indipendente. Regia di una bolzanina e un austriaco con due documentari alle spalle, Tizza Covi e Reiner Frimmel. E tanto tanto cuore in una storia alla periferia di Roma, in un mondo ai margini dove non c’è così tanto sole, come si narra, ma piove spesso, come davvero è. Nel quartiere di san Basilio, in un campo abitato da artisti da circo, tra povertà e una tenerezza mai affettata e stomachevole, la cinquantenne Patti (Patrizia Gerardi, realmente circense nella vita) trova una bambina abbandonata. Tutto sembra così reale, il copione spesso è realtà…
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basilicata-coast-to-coast204) Basilicata coast to coast. Rocco Papaleo alla regia è un po’ la rivelazione del cinema nostrano dell’anno. Impeccabile e davvero divertente il suo lavoro, non passano più di cinque minuti di girato senza strappare una risata a pancia piena. Con ritmo e simpatia picaresca, la ciurma di musicisti dove spicca un Alessandro Gassman in grande forma, fa riscoprire anche il senso della lentezza, dello spostarsi a piedi, in una Basilicata davvero troppo poco nota a noi stessi italiani.
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draquila20105) Draquila - L’Italia che trema. Può piacere o no quello che dice, ma Sabina Guzzanti comunque non ha paura di insinuarsi in terreni scomodi, di denunciare e di cercare il marcio dietro alla ricostruzione del terremoto de L’Aquila. Lo fa con i suoi modi, aggressivi e lontani da ogni dubbio, ma presenta leggi, esempi, fatti, come un documentario richiede. Intervista autorità, esperti e soprattutto tanti abruzzesi. Brava Sabina.
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la-pecora-nera20106) La pecora nera. Ha molto di teatrale, il film di Ascanio Celestini, e non poteva essere diversamente. Di teatrale ha il senso del tempo, la poesia, la voce narrante. Note positive di una pellicola da assaporare lentamente come un vecchio whisky e che si concede anche il colpo di scena finale.
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uomo-fiammifero7) L’uomo fiammifero. Altro film rivelazione dell’anno, che ho avuto la fortuna di vedere. E sì, si tratta di fortuna, perché purtroppo l’opera prima di Marco Chiarini è stato distribuito a macchia di leopardo, ovvero come gli spettatori sono riusciti a distribuire (Chiarini si è inventato la social distribution!). Ma comunque L’uomo fiammifero è riuscito a farsi notare e ad ammaliare, e Chiarini ha ricevuto una candidatura come Miglior regista esordiente ai Davide di Donatello. Pellicola per ragazzi, riesce però a trasportare tutti in un mondo di fantasia perso o trattenuto, tra amici immaginari che parlano al contrario, giganti nani, vecchi che hanno voce di grammofono…
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la-prima-cosa-bella20108) La prima cosa bella. È il candidato dell’Italia agli Oscar, anche se per il mio gusto non è il più bel film italiano dell’anno. Paolo Virzì riesce comunque a tenere insieme con misura ilarità e drammaticità, in un revival di una Livorno anni ‘70 che arriva poi fino ai giorni nostri. Avvolgente riascoltare La prima cosa bella nell’interpretazione di Malika Ayane.
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io-sono-lamore-20109) Io sono l’amore. Il film di Luca Guadagnino è un affresco molto esteta di una famiglia borghese imprenditrice che ha di fronte lo spettro della decadenza, in una Milano come raramente la si vede al cinema. Nella sua solennità quasi monumentale sta gran parte del fascino della pellicola, come poi nella passione che rompe tragicamente la rigidità della convenzione. Superba Tilda Swinton.
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figli-delle-stelle201010) Figli delle stelle. Commedia insolita di Lucio Pellegrini che non ha paura di osare e neanche di sbagliare. Per questo la inserisco nonostante tutto nella mia top ten del 2010. Con un forte senso del grottesco, sfiora en-passant anche il tabù del terrorismo, per gioco, e parla dell’attuale malcontento del cittadino italiano e del disprezzo per i politici. Lo fa facendoci ridere, grazie a un Pierfrancesco Favino comico e al solito Giuseppe Battiston, ma lo fa.
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fonte Simona Santoni di Panorama

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